Maricla ha lasciato l’Italia per viaggiare e dedicarsi a cause sociali

Maricla Pannocchia, nata e cresciuta in un piccolo paesino in provincia di Livorno, ha lasciato una situazione difficile in Italia rompendo tutti i rapporti con la sua famiglia disfunzionale, e ha iniziato a vivere la vita che aveva sempre sognato a novembre 2021, dedicandosi a progetti e cause sociali, come la missione nel campo profughi al confine turco-siriano.

Ciao Maricla, presentati ai lettori di Cambiare Vita

Ciao e grazie per questa opportunità. Mi chiamo Maricla, ho 37 anni e, sin da piccola, ho sempre sognato di viaggiare per il mondo per raccontare le storie di persone di cui sentiamo parlare raramente. La mia più grande passione è, da sempre, la scrittura.

Maricla campo profughi confine turco siriano

Credo che quella di viaggiare per scrivere e condividere storie di nazioni, situazioni e persone spesso invisibili sia la mia missione di vita. Essendo nata e cresciuta in un piccolo paese toscano, dove la gente era di mentalità molto ristretta, e in una famiglia disfunzionale ho dovuto sopportare molto e a novembre 2021, dopo la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, ho deciso di lanciarmi e di cominciare a vivere la vita dei miei sogni.

Quando e perché hai deciso di mollare tutto e cambiare vita?

Come ho accennato alla fine della risposta precedente, a un certo punto la situazione nella mia pseudo-famiglia è diventata intollerabile. Inoltre, sin da piccola, non ho mai voluto “stare buona” per mantenere lo status quo.

Ho sempre cercato sincerità e genuinità, ammirando le persone che riuscivano a essere sé stesse e a vivere delle vite allineate ai loro valori, e tutto ciò era impossibile da trovare nella mia realtà. Ammetto di aver fatto un po’ un salto nel buio però davvero non resistevo più in quella situazione, tanto che avevo iniziato a sentirmi male anche fisicamente come conseguenza di un malessere interiore.

Dove ti trovi in questo momento?

In Cambogia. Ho sempre voluto visitare questo Paese e così, nel luglio 2022, ho preso un volo da Roma a Phnom Penh, capitale della Cambogia (con scali in Kuwait e a Bangkok). Nonostante mi trovi geograficamente molto lontana dall’Italia, io qui mi sento a casa. Sono voluta venire in Cambogia perché, sin da ragazzina, seguendo persone straniere, ero venuta a sapere del genocidio avvenuto nel Paese, di cui in Italia sentiamo parlare raramente, e volevo saperne di più al riguardo.

Maricla Pannocchia Angkor Wat Cambogia

Oltre a questo, volevo stare in contatto con la popolazione locale. Passare il tempo con la gente del posto è sempre di primaria importanza, per me, in qualsiasi viaggio ma qui, mi chiedevo, com’è possibile che gente che ha subìto tali orrori sia ancora in grado di sorridere?

La risposta è complessa, come la situazione e la nazione stessa. Sono una persona che ragiona molto, ho la tendenza a farmi domande impossibili e viaggio anche per cercare di capire meglio la razza umana.

Nel tuo viaggio a tempo indeterminato hai deciso di dedicarti a cause sociali, come trovi queste esperienze e in cosa consistono esattamente?

Ci tengo a specificare che non partecipo a programmi di volontariato o di volonturismo, ai quali sono assolutamente contraria. Penso che nessuno dovrebbe andare in altri Paesi a svolgere mansioni per cui non è qualificato e che, in Italia, non potrebbe fare.

Insegnare inglese, per esempio, è vietato nelle scuole italiane, a meno di non essere insegnanti qualificati, eppure anche un 18enne può venire qui in Cambogia a insegnare inglese ai bambini. Penso che questo modo di aiutare gli altri in realtà non abbia niente a che vedere con l’altruismo ma che sia un modo per accontentare il proprio ego (la classica domanda è: faresti volontariato se non potessi pubblicare foto e video sui social o raccontare la tua esperienza ad altri?).

Ho conosciuto diverse realtà che la pensano come me, molto selettive nella scelta dei volontari, che devono essere qualificati e avere mesi a disposizione. Il mio consiglio a chi desidera fare volontariato è di lasciar perdere se non ha le competenze o la formazione necessarie, anche perché così facendo ruba il lavoro alle persone del posto.

Piuttosto, se davvero si vuole aiutare, consiglio di fare donazioni ad associazioni che hanno un modo di selezionare i volontari che rispecchia quanto ho scritto sopra, favorendo lo scambio fra persone competenti e individui del posto che, invece, devono ancora apprendere.

Nel mio caso, dunque, generalmente contatto le Onlus una volta sul posto mentre altre volte le contatto in precedenza (questo succede se voglio viaggiare con loro). Mi presento, spiego cosa faccio e sento in che modo posso essere utile per la Onlus.

Cerco sempre di andare a vedere i progetti ma, quando ciò non è possibile, parlo con almeno un membro dell’organizzazione e gli pongo le domande che, secondo me, sono utili perché gli altri possano conoscere meglio la Onlus stessa e le cause di cui si occupa.

Puoi raccontarci le tue più importanti esperienze nel sociale?

Sicuramente in primis c’è la missione nel campo profughi al confine turco-siriano con la Onlus italiana “Support and Sustain Children”. Il motivo principale è che si è trattato del mio primo viaggio di questo tipo. Forse, a pensarci adesso, viene da chiedersi se non sia stato un passo azzardato, recarsi come prima missione in un campo profughi spontaneo e forse sì, lo è stato, ma ho imparato davvero tanto da quell’esperienza.

Arianna, la fondatrice della Onlus, per me è una fonte d’ispirazione, una donna “comune” che ogni 2 mesi circa si reca personalmente al campo, che ha messo in piedi una squadra e una struttura necessarie ad aiutare migliaia di persone che vivono lì, fra le tende, senza alcuna prospettiva per il futuro e spesso senza documenti. Persone dimenticate da tutti che, senza di lei, probabilmente non sopravvivrebbero.

Quali Paesi o popoli ti sono rimasti nel cuore?

La Cambogia. La gente qui è davvero adorabile, genuinamente interessata a uno scambio. Alcune persone mi hanno detto “tu hai ricevuto tanto in Cambogia perché ti sei rapportata a loro in un certo modo” e forse è vero. Ho sognato questo Paese per anni e sono arrivata qui con umiltà e voglia di conoscere questa realtà così diversa dalla mia.

Maricla Cambiare Vita

Ho fatto domande, ho fatto amicizia, ho riso, ho viaggiato da sola con autisti di tuk tuk e altri cambogiani nel mezzo della campagna… non mi sono mai sentita in pericolo. Se parti con qualcosa di genuino che ti nasce dall’anima, dal cuore, anche le persone del posto lo percepiscono e lo scambio è autentico e arricchente per entrambe le parti.

Pensi mai di fermarti in uno di questi luoghi?

So di essere ripetitiva ma sì, in Cambogia. Questo è il posto che chiamo “casa”. Ci pensavo proprio oggi, visto che comunque la mia idea è ancora quella di viaggiare il più possibile e non fermarmi troppo a lungo da nessuna parte. Mi sono resa conto che, quando ripartirò, mi mancherà la Cambogia e che è una sensazione che non ho mai provato prima, né quando abitavo in Italia (per gran parte della mia vita) né durante l’anno che ho trascorso a Londra.

Questa è una mancanza che nasce per necessità. Non mi mancherà la Cambogia per abitudine, semplicemente perché ci sono nata e cresciuta – come mi accadeva quando dovevo andare via dall’Italia – ma mi mancherà perché una parte del mio cuore è qui. Il mio piano è di viaggiare per tutto il mondo, voglio conoscere realtà diverse, incontrare popoli e visitare posti che, magari, fra 10 o 20 anni non ci saranno più.

Voglio capire altre realtà di cui si parla poco e dar voce ad altre persone, nazioni e situazioni di cui gli italiani, solitamente, non sentono parlare. Quando avrò fatto tutto questo, ci sono ottime possibilità che mi fermi qui a lungo.

Quali sono secondo te gli aspetti positivi e negativi di viaggiare a lungo termine?

Inizio dagli aspetti negativi. Allora, devo dire che io ho cominciato a viaggiare a lungo termine a luglio, quindi sono ancora piuttosto neofita. La prima cosa negativa che mi viene in mente è il numero di ore da “sprecare” su siti come Booking o Skyscanner ogni volta che bisogna organizzare uno spostamento.

Ovviamente, se si hanno tanti soldi si prenota un volo o un hotel e non ci pensiamo più, ma la maggior parte dei viaggiatori deve stare attenta al budget e così mi capita spesso di provare gli incroci di voli più disparati oppure di leggere non so quante recensioni su un determinato albergo.

Un’altra “seccatura” sono i visti, è importante sapere sempre come muoversi per evitare di avere problemi con l’immigrazione. Personalmente, sono una persona prudente ed evito per scelta cose come fare l’autostop, andare in giro da sola di notte eccetera ma forse, fra gli aspetti negativi, c’è anche da mettere quello che, specialmente se viaggi in solitaria, devi sapere di poter contare esclusivamente sulle tue forze (è positivo, certo, ma è raro che tu sia completamente rilassato).

Gli aspetti positivi, per me, superano di gran lunga quelli negativi. Io penso che chi viaggia a lungo termine abbia un’anima nomade quindi non si tratta tanto di una scelta quanto di assecondare l’unico stile di vita davvero possibile per essere felici e soddisfatti. Viaggiare ti permette di capire meglio il mondo.

Io non sono mai stata una che si accontenta di leggere i giornali o di ascoltare le opinioni altrui, tutto ciò va bene per farsi un’infarinatura di un posto o di una vicenda, ma poi è necessario recarsi lì per scoprire davvero cos’è successo, come si vive in quella determinata realtà e se quel Paese fa per noi.

Il viaggio è stimolante, la possibilità di passare del tempo con persone che vivono realtà diverse da quella italiana mi permette di ricordarmi ogni giorno che non c’è un’unica realtà, un modo corretto per vivere. Viaggiando s’impara ad apprezzare gli altri, la ricchezza data dalla diversità e diventiamo persone migliori.

Quali consigli vuoi dare a chi vuole cambiare vita?

Il consiglio più sensato sarebbe quello di avere una sorta di piano, tuttavia io non avevo organizzato niente di particolare. Come ho raccontato, giunta a un punto di non ritorno ho sentito che, se non avessi mollato gli ormeggi, avrei corso il rischio di non farlo più e di sprecare la mia intera vita in una realtà che mi faceva stare male, in ogni senso del termine.

Comincia con il chiederti se sei soddisfatto della tua vita, se sei felice, se sei orgoglioso della persona che sei diventata. Non dare ascolto a chi ti scoraggia, ti mette i bastoni fra le ruote o ti dice che “non ce la farai”. Io sono cresciuta circondata da gente così ma non ho mai prestato loro attenzione.

È importante, tuttavia, essere realisti: tutti dobbiamo avere soldi per mantenerci quindi parti con un bel budget e/o lavora mentre viaggi. Il mio suggerimento, tuttavia, è di farlo. Non nasconderti dietro le scuse, non procrastinare, perché la vita è davvero una e passa in fretta, come un battito di ciglia.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Voglio continuare ad avere questo stile di vita, ottenendo sempre di più in termini di possibilità di crescita personale e professionale, di esperienze di viaggio e soprattutto umanitarie.

Spesso tendiamo a guardare sempre a ciò che non abbiamo, ma per tutta la vita ho sognato di essere dove sono ora e, pur continuando a lavorare sul miglioramento personale e su quello dei miei progetti, mi godo dove sono arrivata, tutto ciò che ho conquistato con fatica e non desidero altro se non continuare così sino alla fine dei miei giorni.

Sito web: https://pannocchiamaricla.weebly.com/

Facebook: Maricla Pannocchia

Instagram: maricla.pannocchia

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